Perché “Filosofia di Bene”?
- Filosofia di Bene
- 17 mag 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 31 ago 2020
Un po’ tale espressione è stata suggerita dal desiderio di giocare col mio cognome; poi mi sono accorta che, forse, nel nome stesso non è tanto contenuto un destino quanto un monito ad incarnare ciò in cui si crede: il Bene.
“Filosofia di Bene” vuole esprimere il cardine della mia visione del mondo: la Filosofia viva, che parla dell’Esistenza.
Ci sarebbe tantissimo da disquisire in merito, ma in questa sede per me “Bene” è il tèlos cui tendere quando accompagno le persone in un processo di chiarificazione e comprensione di se stesse. "Filosofia di Bene", quindi, è sia la mia personale Filosofia, sia un progetto e un compito che cerco di perseguire: aiutare a stare meglio, facilitando le persone a realizzare se stesse e il loro “bene”.
Si fatica a pensare che la Filosofia, percepita dai più come totalmente slegata dalla fattualità della vita, possa in realtà essere utile alla stessa. Il Counseling Filosofico nasce proprio da questa esigenza: far uscire la Filosofia dal chiostro, dal “ghetto accademico”, diceva Achenbach, ricollocandola al centro della vita stessa da cui emerge: la Filosofia è la vita, vita che desta domande, sempre.
Pierre Hadot, nel 1981, scrive Esercizi spirituali e filosofia antica, mosso dall’intento di far comprendere come la Filosofia, quella antica in particolare, abbia un valore psicagogico. Emblematica rispetto a quanto detto sopra, la sua distinzione tra “discorso filosofico” e “filosofia”: il primo informa l’anima, la seconda la forma. L’esercizio spirituale cui improntavano la loro vita i filosofi di età ellenistica – quindi stoici, scettici, epicurei – non è da intendersi come esercizio religioso o teologico, bensì come coinvolgente l’intero psichismo di cui siamo fatti in quanto individui: pensiero, immaginazione, sensibilità e volontà. Senza dimenticarsi del corpo, che – facente parte della nostra singolarità ed essendo il nostro tramite col mondo – non deve essere dimenticato, ma a sua volta educato. L’ἄσκησις è, dunque, completa, perché complesso è l’essere umano.
Quindi, gli esercizi spirituali conformano la nostra esistenza, possono e devono divenire, mediante il loro esperirli, tramite verso noi stessi e l’Autenticità cui tutti tendiamo, al fine di raggiungere il nostro “bene”, uno stato di congruenza tra il nostro pensiero e il nostro agire, tra l’interno e l’esterno, tra il dire e il fare.
Insomma, il discorso filosofico non è la filosofia: il primo – come gli Stoici dimostrano – consta dell’insegnamento della filosofia a livello teorico (logica, fisica ed etica); la seconda vive la logica, la fisica e l’etica:
“Le teorie filosofiche sono al servizio della vita filosofica […] Nell’epoca ellenistica e romana la filosofia si presenta dunque come un modo di vivere, come un’arte della vita, come una maniera di essere. In effetti la filosofia antica aveva questo carattere, almeno a partire da Socrate […] La filosofia antica propone all’uomo un’arte della vita, mentre al contrario la filosofia moderna si presenta anzitutto come la costruzione di un linguaggio tecnico riservato a specialisti”

“Filosofia di Bene” si richiama proprio a quest’arte di vivere e nasce con l'intento di coinvolgere tutti potenzialmente, poiché ciascuno di noi è un essere pensante, bisognoso di un "secondo pensare", come Achenbach stesso diceva. Non dobbiamo sapere la filosofia (scolastica) per filosofare, bensì la Filosofia è di tutti dal momento che ciascuno di noi si confronta ogni giorno con le domande che la vita pone.
Tutti siamo filosofi ...
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