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Libertà di, libertà da

  • Immagine del redattore: Filosofia di Bene
    Filosofia di Bene
  • 8 ago 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 29 ago 2020


“La scelta stessa è decisiva per il contenuto della personalità; con le scelte essa sprofonda nella cosa scelta e quando non si sceglie, appassisce in consunzione […]. La tua scelta è una scelta estetica; ma una scelta estetica non è una scelta. Scegliere è soprattutto un’esperienza rigorosa ed effettiva dell’etica. Sempre, quando nel senso più rigido si parla di un aut-aut, si può essere certi che è in gioco anche l’etica. […] Ed è assai triste, quando si considera la vita degli uomini, che tanti trascorrano la loro vita in tranquilla perdizione. Cessano di vivere prima della fine della loro vita […] finiscono col vivere quasi fuori di sé, scompaiono come ombre, la loro anima immortale viene dissipata e non si spaventano al problema dell’immortalità, poiché sono già disciolti prima di morire […]. Il mio aut-aut non indica la scelta tra il bene e il male; indica la scelta con la quale ci si sottopone o non ci si sottopone al contrasto tra bene e male. Qui la questione è, sotto quale punto di vista si voglia considerare tutta l’esistenza e vivere. […] poiché l’estetica non è il male, ma l’indifferenza, ed è perciò che dissi che è l’etica a fondare la scelta. Perciò non importa tanto scegliere di volere il bene o il male, quando di scegliere il fatto di volere”. (S. Kierkegaard, Aut-Aut)

L'Esistenza è circoscritta da due necessità: la nascita e la morte. Sono tali in quanto non le scegliamo: non dipende da noi il venire al mondo, così come il dipartirsene. Anche se scegliamo di porre fine ai nostri giorni, tramite l'atto del suicidio, in realtà non facciamo altro che anticipare la fine ineluttabile che ci attende.

Nonostante questi contorni vincolanti, la vita è comunque lo spazio della Libertà. Tra l'inizio e la fine ineludibili, noi possiamo scegliere. Il nostro progetto esistenziale è tutto da scrivere e, quotidianamente, ci confrontiamo con le possibilità tra cui dobbiamo operare una scelta. Sempre Kierkegaard, ci rammenta quanto sia angosciante il crogiuolo delle possibilità: sono tante, svariate, foriere di pieghe differenti che potremmo conferire alla nostra vita. Dalle nostre scelte dipende l'autenticità della nostra Esistenza. Per questo spesso ce ne sentiamo soffocati, perché sappiamo che se commettiamo un errore di valutazione ci saranno inevitabili conseguenze su di noi e, magari, anche sugli altri. Scegliere, inoltre, comporta sempre l'esclusione di quello che non scegliamo, quindi una rinuncia.


Come esprime bene Renata Salecl, oggi viviamo un tempo in cui è celebrata la cosiddetta "scelta razionale", quella scelta lucida, ben ponderata sul piano dei costi-benefici, che comporta il minor danno altrui e il maggior profitto personale. Come fossimo dei calcolatori, dovremmo decidere ben consapevoli delle conseguenze che scaturiranno dalla nostra decisione.

Ma la pensatrice sottolinea anche come non sempre la scelta possa essere razionale, in quanto ci sono molti fattori che vi influiscono: ambientali, sociali, legati all'educazione, alle caratteristiche genetiche e, soprattutto, fattori di cui non siamo consci. Insomma, tutto quello che compone la nostra visione del mondo, sia che ne siamo consapevoli sia che ne siamo inconsapevoli. Di queste variabili, bisogna tener conto.

Si pensa che, nell'epoca dell'autodeterminazione e del mito dell'individualismo, ciascuno possa essere chi vuole in virtù della libertà di scelta. Ma non è sempre così.

In apparenza sembra che viga la libertas maior, ossia quella libertà interiore intesa come autonomia, come libertà di essere chi si è: possibilità di autenticità. In realtà, siamo spesso in balìa della libertas minor, che è mera libertà di scegliere, libero arbitrio.

Kierkegaard è alla prima che guarda quando afferma che la scelta è fondamentale per dare contenuto alla nostra personalità, alla nostra visione del mondo diremmo noi.


Un limite di questa possibilità è sicuramente il confronto/scontro con la volontà altrui, che a volte decide per noi. Quante volte rimaniamo delusi perché l'altro ci mette di fronte a qualcosa che non avremmo scelto! La libertà individuale, si sa, si ferma laddove inizia quella di un'altra persona. La delusione che ne deriva, getta il singolo in stallo perché non può più sviluppare la sua scelta nella direzione desiderata: c'è il confine stabilito dal dispiegarsi della libertà altrui. Non potendo piegare l'altro alla propria volontà, dopo l'amarezza iniziale, il singolo deve fare i conti con questa presa di coscienza e capire come ritrovare la possibilità di sentirsi libero anche rispetto al muro che, in apparenza, gli è stato messo di fronte.


Altre volte, invece,

"molte persone devono fare i conti con l'impossibilità di fare qualunque scelta. Quando ci sono tante opzioni tra cui scegliere, quando la scelta diventa qualcosa di opprimente, e quando la responsabilità di aver compiuto una scelta sbagliata è causa di tanta ansia, sprofondare nell'indecisione può sembrare l'unica salvezza dai rimpianti e dalla delusione che possono seguire a una scelta. […] Quando le possibili direzioni da prendere sono così numerose, e quando è così importante prendere quella giusta, l'individuo può procrastinare all'infinito, informandosi minuziosamente sulle diverse opzioni, e non decidendosi mai, in modo da prevenire la possibilità del fallimento". (R. Salecl, La tirannia della scelta, p. 115)

Anche evitare di scegliere è una scelta, ma generante stallo di nuovo! e comunque angoscia, quella stessa angoscia che prelude invece all'opportunità di diventare autenticamente chi si è optando per una delle svariate possibilità al nostro cospetto.

L'indifferenza, in senso kierkegaardiano, è una via, ma non è "la" via: per essere noi stessi, a posto nella nostra pelle, dobbiamo scegliere di volere. Non è possibile porre freno allo slancio vitale nè farsi fermare dal limite da rispettare, certo della volontà altrui. Bisogna cercare la nostra via per decidere come interpretare e vivere anche di fronte all'apparente stallo, alla delusione e all'impasse dovuto alla molteplici possibilità.

4 Comments


Filosofia di Bene
Filosofia di Bene
Aug 15, 2020

Caro Lorenzo, in primis grazie di aver condiviso così tanto di te. Le scelte di cui racconti parlano della ricerca di se’, alla base di ciascuno di noi. Hai scelto più cose per centrare te stesso, per cui direi sempre mosso dalla libertas maior, o comunque coerentemente con la realizzazione di questa. Come dici tu, ogni caso è a se’, ma sicuramente buttarsi, a volte, è meglio che non agire. Scegliere ci permette di capire, per tentativi ed errori, dove siamo diretti. Può valere per molti, certo, pur nella consapevolezza della Singolarità di ciascuno.

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rizzellilorenzo
Aug 14, 2020

Articolo molto interessante! Riporterò questa volta qualcosa sulla mia biografia che è strettamente connesso alla questione delle scelte. Nella mia vita mi sono sempre trovato di fronte a più possibilità e la soluzione all'indecisione è stata intraprendere più strade contemporaneamente. Quando ero bambino ero appassionato di universo e sembravo più incline alle discipline scientifiche ma poi ho scelto il liceo linguistico. Poi un corso sull'alfabeto arabo seguito al terzo anno di liceo mi ha spinto a studiare arabo all'università. Sempre al terzo anno di liceo linguistico, mi sono appassionato alla filosofia e ho iniziato ad assumere la consapevolezza di essere in qualche modo un filosofo "in potenza". Mi sono trovato così di fronte alla scelta universitaria, non con due possibilità…

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Filosofia di Bene
Filosofia di Bene
Aug 09, 2020

Cara Cecilia, innanzitutto grazie! A volte il mero volere può non bastare. Ci sono, difatti, elementi e variabili che prescindono dalla nostra volontà e dal nostro controllo, come ad esempio ci ricorda Epitteto... Non esistono rimedi che ci proteggano dallo scacco e dallo scontro fatale con la libertà altrui. Ma sicuramente, anche dagli impatti più dolorosi, possiamo trarre un modo rinnovato per riprendere il contatto con noi stessi e il nostro progetto per una vita autentica. Nessuna bacchetta magica, insomma, se non il confidare sempre nella plasticità del nostro Pensiero, grazie al quale diamo significato a ciò che ci accade...

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Cecilia Caponio
Cecilia Caponio
Aug 08, 2020

Semplicemente bello e vero....ma per superare il "muro" basta solo volerlo? La trama delle libertà a volte ci lega in un malessere del vivere. È possibile una "cura"? Cosa può aiutarci a non scegliere il fallimento della libertà?

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“Nessuno di noi abita il mondo, ma tutti abitiamo esclusivamente la nostra visione del mondo. E non è reperibile un senso della nostra esistenza se prima non perveniamo a una chiarificazione della nostra visione del mondo, responsabile del nostro modo di pensare e di agire, di gioire e di soffrire. Chi si rivolge al counseling filosofico non è malato, è solo alla ricerca di un senso”.

– Umberto Galimberti –

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